venerdì 7 gennaio 2011

domenica 5 dicembre 2010

magnetico divertito girare sospeso




One pill makes you larger
And one pill makes you small
And the ones that mother gives you
Don't do anything at all
Go ask Alice
When she's ten feet tall

And if you go chasing rabbits
And you know you're going to fall
Tell 'em a hookah smoking caterpillar
Has given you the call
Call Alice
When she was just small

When men on the chessboard
Get up and tell you where to go
And you've just had some kind of mushroom
And your mind is moving low
Go ask Alice
I think she'll know

When logic and proportion
Have fallen sloppy dead
And the White Knight is talking backwards
And the Red Queen's "off with her head!"
Remember what the dormouse said:
Feed your head
Feed your head
Feed your head



WHITE RABBIT - Jefferson Airplane

venerdì 8 ottobre 2010

GraffiAmi



LA CANZONCINA DELL’INADEGUATA


O troppo alta, o troppo bassa

Le dici magra, si sente grassa

Son tutte bionde, lei e’ corvina

Vanno le brune, diventa albina

Troppo educata, piaccion volgari

Troppo scosciata per le comari

Sei troppo colta, preparata

Intelligente, qualificata

Il maschio e’ fragile, non lo umiliare

Se sei piu’ brava non lo ostentare

Sei solo bella ma non sai far niente

Guarda che oggi l’uomo e’ esigente

L’aspetto fisico piu’ non gli basta

Cita Alberoni e butta la pasta

Troppi labbroni non vanno piu’

Troppo quel seno, buttalo giu’

Bianca la pelle, che sia di luna

Se non ti abbronzi, non sei nessuna

L’estate prossima con il cotone

Tornan di moda i fianchi a pallone

Ma per l’inverno la moda detta

Ci voglion forme da scolaretta

Piedi piccini, occhi cangianti

Seni minuscoli, anzi giganti

Alice assaggia, pilucca, tracanna

Prima e’ due metri, poi e’ una spanna

Alice pensa, poi si arrabatta

Niente da fare, e’ sempre inadatta

Alice morde, rosicchia, divora

Ma non si arrende, ci prova ancora

Alice piange, trangugia, digiuna

E’ tutte noi, e’ se stessa, e’ nessuna.


Da "Alice, una meraviglia di paese" di Lella Costa

lunedì 13 settembre 2010

gli occhi non sorridono mai




gli occhi non sorridono mai. e i sorrisi autentici, scaturiti dal cuore prima che dalle labbra, sono ancor più rari.
l'illusione che vada tutto bene è svanita da un pezzo, prima che iniziassi la mia intera carriera scolastica (ovviamente fallimentare).
mi raccontano che ho iniziato a parlare tardi, tardissimo, praticamente a quasi cinque anni, pronta, volente o meno, per affrontare le elementari da primina. fino a quel momento mi esprimevo con sguardi, gesti e ampi silenzi. molte volte tentavo di inviare il mio gatto, mio fido amico e compagno, come ambasciatore di un mio volere o esigenza ma non sempre ottenevo la sua disponibilità e collaborazione.
ho sempre giocato da sola: la compagnia mi metteva già all'epoca in soggezione perchè intuivo distintamente la differenza che intercorreva tra me e i bambini che mi stavano attorno. silenzio e grida stridono tra loro e io lo sapevo. disegnavo, coloravo, scrivevo pensieri(ni) su quaderni che rilegavo con amore e cura: più che i giochi di un bambino sono i canali espressivi di chi vuol far credere di essere diventato adulto ma sa, in cuor suo, che non c'è nulla di più distante dal vero.
in tenera età vivevo per lo più sotto i tavoli, quasi fossero le tane sotterranee che le volpi scavano per rifugiarsi dall'aspro mondo selvaggio. io mi rifugiavo dal mio che è sempre parso più una gabbia che un pascolo verdeggiante.
ho sempre avuto questa inquietudine pulsante dentro di me, aggrappata strenuamente al mio sterno di bambina, invecchiata senza essere cresciuta.
quando mi dicono "sei strana" penso a cosa c'è di normale al giorno d'oggi e mi pare di vivere un paradosso esistenziale da cui non vi è ritorno. in risposta non dico mai nulla. mi limito a fissare il mio interlocutore con aria assente e dentro di me si scandiscono sempre le stesse parole "me dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!" arriccio le labbra, sorniona sorrido sotto i baffi. in tutta sincerità non credo a quella frase partorita mentalmente ma così sdrammatizzo l'insostenibile pesantezza di chi sa di essere diverso.

.tratto da una lettera a un'amica.

mercoledì 25 agosto 2010

Voodoo Girl















Her skin is white cloth,
and she's all sewn apart
and she has many colored pins
sticking out of her heart.

She has many different zombies
who are deeply in her trance.
She even has a zombie
who was originally from France.

But she knows she has a curse on her,
a curse she cannot win.
For if someone gets
too close to her,

the pins stick farther in.


"Tim Burtons: The Melancholy Death of Oyster Boy and Other Stories"